I Robotaxi, le caviglie rotte e i taxisti torinesi

16 Ottobre 2024
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Qualche giorno fa sono rimasto attonito leggendo su LinkedIn il racconto di un manager in trasferta a Torino. In sintesi: avendo una caviglia infortunata non poteva percorrere più di qualche decina di metri e, di sera, non è riuscito a trovare un taxi per fare 2 km. Il tutto durante la settimana della tech week.
Da questo semplice fatto, vergognoso per la città di Torino, traggo ispirazione per tentare di far evolvere (almeno come mentalità) una città (Torino) che ha espulso di fatto Uber come sistema di trasporto (esiste solo la versione black, più costosa).
I fatti, risalenti ad alcuni anni fa, raccontavano di non troppo velate intimidazioni da parte di alcuni taxisti (leggi link sotto l’articolo). Vero è che Torino non è Roma o Milano, città dove la carenza di Taxi è imbarazzante. Ma, a questo punto, vorrei sapere come mai quel signore con la caviglia malridotta non ne ha trovato uno in quel frangente. Non sarebbe il caso di attuare un revisione del sistema o cercare in certi frangenti di aumentare il numero dei taxi?
Anche perché, se si avanti così, non si capisce bene che tipo di innovazione voglia fare questa città. Il futuro non ha confini e la ventata di novità presentata il 10 ottobre scorso da Elon Musk negli studi della Warner Brox di Los Angeles arriverà prima o poi anche da noi.
Tutti si aspettavano “solo” il robotaxi: un veicolo completamente a guida autonoma in grado – udite udite – di trasportare manager con la caviglia rotta a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il tutto non solo con un costo chilometrico notevolmente inferiore, ma anche per brevissimi tragitti. Il veicolo, basato sulla model 3 ma con un tocco punk da cybertruck, non ha volante e pedali e si chiama Cybercab.
Ha due posti anteriori, tutti quelli che bastano. Il tutto è condito da portiere ad apertura incernierate in avanti, come su molte Lamborghini. Verrà proposto ad un costo (per ora teorico) di 27.000 euro.
Sarà disponibile entro il 2027, insieme al Robovan: quest’ultimo è una sorta di gianduiotto con 20 posti, sempre a guida autonoma.
Queste innovazioni stridono con vari strampalati veicoli a guida autonoma che abbiamo visto noi torinesoti negli anni scorsi. Mi riferisco a tutte le “sperimentazioni”, comunicate in pompa magna, di vetture e navette a guida autonoma. Tutte con tecnologia traballante, utili probabilmente solo a gonfiare le tasche di centri di ricerca più o meno “artistici”.
Brutte notizie anche per i genii dell’urbanistica locale, che non considerano il fattore di ingombro e di scazzo estetico più potente nei centri urbani: le auto. Sempre Musk prevede di dare ai propri clienti la possibilità di far utilizzare le model 3 e Y non solo come vetture a noleggio (una vettura privata oggi è utilizza mediamente solo per il 5% delle 24 ore) ma anche come taxi. L’idea di Musk è quella di diminuire il numero delle vetture circolanti, dando così la possibilità di liberare enormi spazi urbani (come i parcheggi) e convertendoli a parchi. Non è proprio il business delle principali case automobilistiche nate nel secolo scorso. Occorre dire che esiste già una società che ha taxi a guida autonoma: si chiama Waymo, è di Google, utilizza come veicoli Jaguar I-Pace con tecnologia molto diversa rispetto a quella che utilizza Tesla (hanno molto più hardware sulla vettura, con una sorta di radar a raggi laser).
Ma quello di Musk è un approccio tecnologicamente molto distruttivo, che si basa più sul software che sull’hardware. Ovvero: basandosi sulla colossale mole di dati acquisita da tantissimi veicoli venduti, Musk ha elaborato un sistema (con IA e altre cose varie) in grado di far guidare una vettura da sola, basandosi solo sull’hardware delle telecamere delle Tesla. Il tutto a un costo (discorso che vale anche per il Cybercab) di 30-40 centesimi per miglio. Come ciliegina sulla torta Musk ha presentato l’ultima versione del suo robot umanoide, Optimus. Sempre secondo Musk sarà proposto ad un costo di circa 30 mila euro e sarà in grado di fare tutto, dal badante al barman.
Con tutte queste premesse c’è da chiedersi un po’ di cose:

1) Come faranno le Case automobilistiche normali a reagire a quest’innovazione?

2) Come farannoi taxisti torinesi a bullizzare nella notte una macchina robot?

3) Quale assurda norma si inventerà il governo italiano per proteggere la categoria dei taxisti, condannando così inermi manager con caviglie doloranti a vagare nella notte di Torino? Nota a margine: per avere notizia dell’evento sul Corriere.it, occorre far scorrere lo schermo per tre videate, superare gli articoli (centrali) riguardanti lo scazzo tra Teocoli e Celentano e il gossip su Mastrota (quello che ora fa televendite)

PS 1: per fare un salto nel futuro ecco il video integrale dell’evento “We robot” dove Musk ha presentato Cyercab, Robovan e Optimus. https://www.youtube.com/watch?v=6v6dbxPlsXs&t=1305s

PS 2: ecco cosa accadde in passato a Torino, riguardo le intimidazioni di qualche taxista contro un autista Uber https://torino.repubblica.it/cronaca/2015/02/28/news/uber_alta_tensione_a_torino_tre_tassisti_denunciati_per_un_agguato_a_un_autista-108414805/

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